Yachting, tradizione e innovazione spingono il settore
di Andrea Gianotti
7 maggio 2025
La produzione italiana è al top sui mercati internazionali, cresce il segmento dei superyacht.

Si è svolta dal 30 aprile al 4 maggio 2025 presso la marina di Porto Rotondo (Olbia), la quarta edizione della Fiera Nautica di Sardegna organizzata da Cipnes Gallura (Consorzio Industriale Provinciale Nord Est Sardegna), manifestazione oramai consolidata nel panorama nazionale dove operatori e armatori hanno esposto prodotti e progetti di sviluppo a un pubblico di business partners, potenziali clienti e curiosi appassionati.
Con l’occasione è stata presentata un’analisi di 24ORE Ricerche e Studi sullo stato dell’arte della nautica in Italia e nella Regione, con un focus sulle prospettive industriali e sull’impatto complessivo della filiera, che presenta significative ricadute territoriali con la presenza di imbarcazioni nei porti.
Il superyacht come simbolo del nuovo lusso globale
Il mercato dello yachting non conosce sosta. Valutato 12 miliardi di dollari nel 2023, è destinato a crescere a un ritmo annuo del 7% fino al 2032. A trainarlo non è solo l’alta gamma, ma un nuovo approccio alla fruizione del lusso: personalizzato, esperienziale, e sempre più attento all’impatto ambientale.
La leadership italiana in questo scenario è solida. Con oltre il 50% degli ordini mondiali di superyacht, i cantieri del nostro Paese coniugano artigianalità, tecnologia e visione industriale. Un settore che nel 2022 ha generato un valore di 27,7 miliardi di euro e occupa 157.000 persone tra produzione diretta, refitting e servizi portuali.
Verso una nautica sostenibile e hi-tech
Oltre alla dimensione economica, è l’evoluzione culturale della domanda a ridefinire i contorni del settore. L’attenzione alla sostenibilità spinge i cantieri a investire in propulsione ibrida, materiali green e design che favoriscono l’integrazione con l’ambiente marino. Anche le barche a vela – considerate più sobrie e sostenibili – tornano in auge, grazie a innovazioni che ne aumentano efficienza e accessibilità.
La transizione è visibile anche nei numeri: il segmento delle imbarcazioni da diporto potrebbe passare da 33,3 a 60,7 miliardi di dollari entro il 2032, con una crescita media del +7,9%. Una spinta alimentata da turismo nautico, urbanizzazione costiera e digitalizzazione di bordo.
Sardegna, laboratorio della Blue Economy
In questo contesto, la Sardegna – e in particolare la Gallura – si conferma hub strategico del Mediterraneo. Non solo per la bellezza incontaminata della Costa Smeralda, dell’arcipelago della Maddalena o dei porti premiati con la Bandiera Blu, ma per la qualità dei servizi offerti, la ricettività portuale, la rete di filiera che lega nautica, turismo, enogastronomia e artigianato.
Tuttavia, non mancano le incognite. Le tensioni commerciali e geopolitiche globali potrebbero colpire anche il settore e il suo indotto, particolarmente esposto alle esportazioni e vulnerabile agli shock da eventuali diminuzioni dei flussi di presenze. Anche la nautica, sebbene resiliente, teme contrazioni nei prodotti di fascia media e per le ricadute territoriali.
E se il comparto dei superyacht resta fiorente, è significativo osservare che solo il 6,5% di queste imbarcazioni costruite in Italia batte bandiera italiana. Un potenziale ancora inespresso che, se intercettato da politiche più coraggiose, potrebbe rafforzare l’impatto diretto sulla nostra economia.
- La Fiera Nautica di Sardegna alla marina di Porto Rotondo. Ph. Clara Santinelli
- La presentazione dello studio alla Fiera Nautica di Sardegna. Ph. Clara Santinelli
- Il palco alla Fiera Nautica di Sardegna. Ph. Clara Santinelli
- ItalyX presente alla Fiera. Ph. Clara Santinelli
Navigare nel cambiamento
Innovazione, sostenibilità e integrazione territoriale sono i tre assi su cui lo yachting italiano – e sardo in particolare – può continuare a eccellere. La sfida sarà attrarre nuovi investimenti, formare competenze locali, semplificare le regole e trasformare l’economia del mare in un motore strutturale di sviluppo. A patto di non perdere la rotta.